Il nostro contributo all’estinzione – nona puntata
Giovedì 22 Febbraio, prima riunione del nuovo anno della Confraternita Estintori.
Ci eravamo illusi di aver superato l’inverno invece freddo e neve sono tornati abbiamo allora deciso di riscaldarci con dei vecchi vini rossi, anche per prevenire ritorni di influenza secondo le moderne concezioni sanitarie per le quali prevenire è meglio che curare, e bere buoni vini è meglio che bere medicine.
Vediamo com’è andata, ecco l’elenco dei vini in degustazione:
Five’s Reserve Pinotage 2015 – Van Loveren – Robertson
South Africa
Vino ottenuto dalle uve del tipico vitigno sudafricano Pinotage, varietà ottenuta da pinot nero più cinsault.
Naso di impatto con note vegetali quasi mentolate, poi di torba e leggero fumo da legni scelti da un enologo bantù con collana di denti di iena al collo. Vino di grande materia però trattato col forcone da un domatore di leoni. Aggressivo anche al palato con note selvatiche ed un’importante impronta fresco tannica. Perfetto con un bufalo selvatico che correva libero per la savana, ti mangi il bufalo ed è come mangiarsi l’Africa.
Rabiosa 2011– Terre di Pietra
Rosso veronese Igt
Il vigneto si trova a Negrar, nel cuore della valpolicella classica a 600 mt di altitudine, ma le uve sono da vitigno Marselan, un incrocio tra Cabernet Sauvignon e Grenache per dar vita al vino “Rabiosa” che porta nel nome la propria personalità nervosa.
Il bouquet ricorda subito il cabernet con le sue note erbacee, poi rivela le note dolci di un leggero appassimento. Al palato cambia completamente abbandonando la note dolce a favore di grande acidità, diventa diretto e piacevole alla beva e invita a un nuovo sorso. Ancora giovane e con margini di ulteriore miglioramento.
Bordón Reserve 2011 13,5%
Roma Reserva 2011 – Rioja Denominación de Origen Calificada
Ottenuto da uve Tempranillo, Garnacha Tinta e Mazuelo e fatto affinare per 18 mesi in botti americane questo vino regala delicate note di erbe, vaniglia, frutta. Delicato e un po’ sfuggente al palato, con una buona freschezza.
Cìo Bacaro Pialli 2004
Rosso veneto Igt 2004 – 15%
2004 la prima annata di Alessandro Pialli, in etichetta si legge “Tocai Rosso varietà principe dei Berici”.
Al naso subito leggera nota di ossidazione, che lascia spazio a una grande evoluzione nel bicchiere.
In bocca un po’ alcoolico, e tanta, tanta ciliegia, quella del boero con note dolci di cioccolato, poi amaretto e in fondo la carruba.
Un Tai che non è stato pensato per durare nel tempo, ma a tutt’oggi ancora quasi integro, prova di insospettabile tenacia e resistenza, dovuta alle sue qualità, davvero sorprendente, non si può chiedere di più a un Tai.
Villa Giona Allegrini
Igt Veronese 2004
Una bella espressione di cabernet veneto.
Un po’ stanco nel colore, assai elegante nei profumi con pacate note vegetali ed ancora una bella freschezza, anche se è iniziato il viale del tramonto.
Scorrevole ma ancora piacevole al palato.
L’Amarone della Casa dei Bepi 2003 – Az. Agricola Viviani
Questo amarone è come era l’amarone negli anni 80, serio complesso ma nervoso nel corpo.
La grande evoluzione di profumi nel bicchiere porta sempre nuove note, ma sicuramente la sua caratteristica principale è l’eleganza.
La frutta, i fiori e le spezie son ben fuse tra loro.
In bocca il sorso è pieno, fresco, ancora gustoso il frutto, equilibrato il rapporto tre durezze e tannini con i sentori morbidi, completo ed elegante, lungo ed ampio.
Anche dopo 15 anni la sua caratteristica principale è la piacevolezza e la capacità di farsi bere.
Ѐ un amarone che dura poco, in tavola intendo, con i commensali che si tengono d’occhio per vedere che nessuno faccia l’ingordo, perché è davvero buono come pochi, questi vini si trovano di rado e te li ricordi per un bel pezzo.