Vespro Albino contro l’incertezza
Cosa bere in questi tempi drammatici ed incerti, dopo quasi un anno di covid, ancora rinchiusi in casa a covare tristi pensieri? Vini particolari per tempi particolari, come questo insolito Vespro Albino, una garganega che fermenta e rimane a contatto con le bucce per qualche mese, poi una parte viene affinata in legno e una parte in acciaio. Dal blend finale nasce un vino bianco dorato, strutturato, evoluto, serio, eppure morbido e dotato di buona freschezza, con profumi di erbe fienate, cera, spezie. Singolare anche il nome che fa riferimento a un merlo albino che viveva nel giardino di Alessandro Benini, vignaiolo di San Pietro di Lavagno, nell’Est di Verona.
Che i merli albini siano una rarità è indubbio, anche se la leggenda delle nonne ci racconta che negli ultimi tre giorni del mese di gennaio (i giorni della merla) per il gran freddo la merla, per sua natura bianca di piumaggio, si era rifugiata nel camino e, quando poi la temperatura era diventata più mite, se ne era uscita con le piume impregnate di fuliggine e divenute irrimediabilmente nere, come noi le vediamo ancora oggi. Erano ancora le nostre nonne che recitavano i vespri, le tradizionali preghiere del crepuscolo, e pure antico di almeno tremila anni è questo metodo di vinificare i bianchi a contatto con le bucce, ora chiamato “orange wine” all’inglese.
Quindi un vino nuovo ma che viene dal passato, rassicurante perché si riallaccia alle leggende, alle tradizioni delle nostre genti, e volendo anche ai cibi, da accompagnare per esempio con gli asparagi delle vicine zone di Arcole, Zevio e Belfiore.
Da stappare e sorseggiare quando si sente il bisogno di certezze, come antidoto a questi dubbiosi giorni, in questo senso un vino curativo dell’animo.
Vespro Albino 2017, Igt Garganega
Cantina Benini Alessandro
Via Scolara, 2 – San Pietro di Lavagno (VR)
alessandrobenini91@gmail.com
www.alebenini.it