La cantina Allegrini e l’universo mondo
Sabato 17 settembre abbiamo trascorso una piacevole mattinata nelle cantine di Allegrini a Fumane. Superfluo ricordare l’importanza di questa famiglia nella storia recente della viticoltura della Valpolicella e nella conoscenza e considerazione dei vini di questa DOC che Allegrini ha diffuso nel mondo.
Francesco Allegrini con Lorenzo Fortini, enologo dell’azienda, ci hanno preparato una degustazione di tre annate di Amarone (2018, 2004, 2000), tre annate del cru La Poia (2015, 2011, 2006), e un assaggio dell’Amarone Riserva Fieramonte 2015 che entrerà in commercio tra qualche mese e che ha appena ottenuto i 100 punti dal prestigioso magazine britannico Decanter.
Eleganza e classicità negli amaroni, sontuosi tra continui rimandi e ricordi, la natura, le colline, il sole e la storia enologica di questa valle riassunte in queste bottiglie. Poi ci sono La Poia e il Fieramonte, due vini che sono ancora profonda espressione della Valpolicella ma puntano a qualcosa di più, sono anche ricerca, innovazione, voglia di confrontarsi con i grandi vini del mondo, e in questo senso vogliono ambiziosamente uscire dalla loro vallata. Due vini unici, fuori dalle usuali categorie, da terreni difficili per la vigna, con rese basse, alta selezione in vigna, lunghe maturazioni in legni con tostature lente, una grande potenza che si accompagna all’eleganza, alla freschezza, al fruttato tipico, al tannino gentile, all’insolita longevità. Due vini poliglotti, che si fanno comprendere benissimo dai palati esperti di qualsiasi continente, due vini ambasciatori di una Valpolicella che non teme nessun confronto nell’universo mondo, per gli extraterrestri prima vediamoli e poi ne parliamo.


