I tesori di Vicentini, ciliegie, olio e vini

L’azienda di Agostino Vicentini si trova a Colognola ai Colli, all’imbocco della Val d’Illasi, nell’est Veronese. Farci un giro almeno una volta all’anno non c’entra con la fede ma è un utilissimo aggiornamento per noi del settore, per due buoni motivi.

Per primo la sua azienda non produce solo ottimi vini ma porta avanti anche gli altri prodotti tradizionali della sua valle, l’olio evo e le ciliegie, anche se sono colture poco remunerative. In questo modo la colline non si riducono a una ripetitiva monocultura di viti, come purtroppo è avvenuto in altre zone del veronese.

In secondo luogo l’azienda ha una conduzione familiare ideale: babbo Agostino che tiene molto agli aspetti più tradizionali ed ogni tanto frena un po’; i figli Emanuele e Francesca che invece sono per età più innovativi e inclini al cambiamento; in mezzo la mamma e moglie, signora Teresa, che media e porta pazienza. Grande famiglia dal mix perfetto dove si ritrovano le tradizioni alle quali ci siamo affezionati, ma anche l’innovazione che ci conquista.

Tra le cose che ti aspetti dai Vicentini, sempre buono il loro Soave Terre Lunghe, fruttato e profumato di erbe, dissetante, buon compagno del bere quotidiano. Arcibuono il Valpolicella Superiore Palazzo di Campiano 2016, sincero e diretto, corpo agile, senza appassimento, elegante rosso di grande soddisfazione ed ottima beva (22,00 €), da un vigneto recuperato a Campiano, un piccolo borgo quasi isolato a 400 metri di altitudine, alla fine della vicina val Tramigna.

E ancora secondo la tradizione dalle colline di Campiano c’è l’olio evo, uno dei migliori di queste valli, con sentori di erbe e di foglie di limone, in bocca un lieve amaro con un medio piccante che accompagna la dolcezza di base e lo rende gustoso e vigoroso, per di più conveniente (10,00 euro per 500 ml.).

E l’innovazione? Ѐ l’IGT Exemplum 2019, un nuovo vino da Trebbiano di Soave, floreale con una nota aromatica che ricorda il Riesling giovane, potente in bocca, pieno di gusto e polpa, con 13,5 gradi alcool sostenuti tranquillamente dal corpo. La maggior parte dell’uva proviene da un vigneto nuovo con sesto a guyot per gestire meglio le necessarie, continue operazioni di pulizia, vista la delicatezza dei grappolini, con una resa che si aggira sui 30 ql. per ettaro. Abbiamo assaggiato anche il 2020 ancora non filtrato in acciaio, tanto sale, frutto e promesse di essere di razza simile al fratello primogenito (19,00 €).

Matteo Guidorizzi

Mi chiamo Matteo Guidorizzi e sono un docente di materie letterarie di liceo da poco in pensione, ho un’età -anta-tanta ma, per mia fortuna, sono preso da molteplici interessi, a cominciare dal mondo del vino. Sono attualmente socio dell’Ais (Associazione Italiana sommelier), dell’Onaf (Organizzazione nazionale assaggiatori formaggi) e sono iscritto all’elenco regionale dei tecnici ed esperti degli oli d’oliva, collaboro con una guida di vini ed una di oli EVO. Insomma ho un naso ed una bocca discreti, li ho ben educati negli ultimi decenni e li uso per setacciare la mia terra veneta e scoprirci le pepite, le cose buone spesso poco note ma legate alle tradizioni alimentari delle nostre genti. Ecco quindi già rivelate le finalità dei miei interventi in questo blog: parlare del mio territorio e divertirmi, anche in vostra compagnia, se vorrete leggermi.

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