Garganega e Monte Veronese di Malga
Abbiamo partecipato ad una bella serata organizzata dall’ONAF di Verona, guidata dalla simpatica delegato Chiara Tosi, giovedì 16 settembre al ristorante Vescovo Moro, zona San Zeno.
La manifestazione, che prevedeva 8 formaggi particolari con 6 vini particolari, ha avuto successo, a giudicare dal cicaleccio rumoroso, come un gruppo di faraone sull’aia, con cui la sessantina di interessati partecipanti si è trattenuto dopo la fine della presentazione.
Votati alla nostra missione di local blogger, ci siamo fatti faraone e mescolati al gruppo per chiedere quali prodotti delle nostre zone fossero piaciuti di più.
Abbiamo raccolto lodi sperticate per il Monte Veronese di Malga, un formaggio di montagna che si produce solo per pochi mesi all’anno quando le mucche stanno sui pascoli alti (sullo scalzo c’è impresso a fuoco la lettera “m” di malga), eletto Presidio Slow Food perché di malghe ne restano sempre meno, diventano tutte casette per le vacanze.
I formaggi stagionati di alpeggio non sono più forti o gustosi o piccanti di quelli di pianura, anzi, questo era di un intenso e vivo colore giallo con profumi delicati di erbe aromatiche e fieno, un gusto dolce di burro, di nocciole, meno compattezza di quello che ci si aspetta perché in bocca non è sabbioso come il grana e si scioglie velocemente senza grumi, lungo, ma delicato ed avvolgente. Per chi lo cercasse, lo può trovare nei negozi “La Casara” di Giovanni Roncolato, produttore ed affinatore di Monte Veronese.
Anche la storia del nome è singolare: nei secoli passati i contadini delle colline vendevano il latte per fare il burro per i signori della città, era con quello che guadagnavano qualcosa.
Ma i casari di domenica non venivano nelle stalle a ritirare il latte, era proibito lavorare, sicché il latte delle due mungiture di sabato sera e di domenica mattina veniva fatto cagliare dai montanari che facevano questo formaggio da latte intero, ricco di grassi e di sostanza, chiamato “delle dò monte”, delle due mungiture, da cui per semplificazione popolare è rimasto solo il “Monte” con la moderna aggiunta di Veronese.
Ma del vino che si diceva? Giudizio unanime su un vino raro ed insolito, la Garganega Angelin di Ca’ dei Conti 2012, da vecchie vigne su terreno di ciottoli e pietre calcaree a 400 metri sul monte Precastio a Tregnago, surmaturazione in pianta fino a fine novembre con attacco di muffa nobile, macerazione di 12-24 ore sulle bucce, affinamento metà in legno metà in acciaio, prodotto solo in anni favorevoli.
Colore giallo carico, profumi di erbe e frutta matura, polposo e denso, morbido ma molto fresco ed ancora giovane, speziato, lungo ed avvolgente, una vera chicca, davvero bravo chi l’ha trovato.