Genio e Malvasia
Non so voi ma durante le serate estive io tendo a riscoprire il piacere di restare fuori a chiacchierare con gli amici, magari rincorrendo un filo d’aria ristoratore e, perché no, sorseggiando un buon calice di vino. Ci sta poi che, fra sommelier, un po’ si parli di vino… e dintorni…
Ѐ proprio durante una di queste serate che mi raccontano della vigna di Leonardo, poche notizie alla meno peggio, ma sufficienti ad appassionarmi all’argomento ed a spingermi ad una piccola ricerca.
Ci troviamo a Milano nel 1498 quando Ludovico il Moro dona a Leonardo una “vigna”, vale a dire un piccolo fondo a vigneto, in ringraziamento per i suoi molteplici servigi e in particolar modo per l’affresco dell’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Il dono potrebbe apparire strano ma Leonardo proviene da una famiglia di vignaioli e quindi apprezza molto questo appezzamento vitato di circa un ettaro, tanto da non perdere occasione per recarsi a curare le sue vigne non appena gli impegni glielo permettono.
La vita di Leonardo proseguirà poi lontano da Milano ma la vigna resterà nei suoi pensieri tanto che in punto di morte si ricorderà di lasciarla in eredità a chi potesse averne cura, metà al suo fidato servitore, metà al suo allievo prediletto.
Le dimensioni e la posizione della vigna arrivano fino ai giorni nostri grazie alle ricerche svolte un secolo fa da Luca Beltrami, storico dell’arte e studioso del periodo milanese di Leonardo. Nel 1920 vengono ritrovati e fotografati i camminamenti che tracciavano i pergolati di quella che quattro secoli prima era stata la vigna di Leonardo. Il vigneto è stato individuato con precisione nel fondo del giardino dell’attuale Casa degli Atellani, vicino a Piazza Santa Maria delle Grazie, nel centro di Milano.
Poi giunge la seconda guerra mondiale, un incendio, un bombardamento ed infine nuove urgenze urbanistiche si accaniscono a distruggere la vigna.
Per sempre? Per fortuna no: grazie alla fondazione Portaluppi, con l’aiuto del professor Attilio Scienza dell’università di Scienze Agrarie di Milano, vengono effettuati degli scavi e viene ritrovato del materiale organico appartenente all’antico vigneto di Leonardo.
Il professor Scienza ha così potuto ricavare il DNA della vigna che era di Malvasia di Candia aromatica, l’Università si è occupata di piantare in serra le vigne necessarie all’innesto ed infine i filari sono rinati nel 2015, esattamente come e dove stavano cinque secoli fa!
La morale della storia è alla vostra fantasia, noi lanciamo le prime ipotesi: Malvasia prima degli Esami di stato? La Gioconda e Ginevra De’ Benci erano alcoliste anonime? Le macchine volanti di Leonardo andavano a malvasia aromatica?
Alla prossima…